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Sono circa 640mila le tonnellate di reti da pesca abbandonate in mare: un problema ambientale che non possiamo sottovalutare, perché possono intrappolare delfini e altre specie di pesci e ci mettono quasi un secolo per distruggersi.
A Aquafil, ECNC Land & Sea Group e Star Sock è venuta un’idea per contrastare il fenomeno che si è trasformata in un vero e proprio progetto internazionale: “The Healthy Seas, a Journey from Waste to Wear".
L’obiettivo dell’iniziativa è il recupero delle reti e dei rifiuti solidi che si depositano sui fondali attraverso il riciclo del materiale abbandonato che si trasforma in calze, costumi da bagno, biancheria intima e perfino tappeti.
Il Mare del Nord, l’Adriatico e il Mediterraneo sono le zone della prima sperimentazione del progetto: potremo dunque “indossare” reti da pesca sotto forma di vestiti che provengono dalle coste italiane e limitrofe.
Il filo prodotto dal riciclo del materiale (e che verrà tessuto per confezionare gli abiti) si chiama Econyl.
Il progetto vuole anche disincentivare l’abbandono delle reti, invitando pescatori e navi a consegnare quelle vecchie perché vengano trasformate in nuovi prodotti. I soldi che verranno raccolti dalla vendita degli abiti contribuiranno alla creazione di un fondo per realizzare iniziative ed eventi di sensibilizzazione sul rispetto del mare e dei suoi fondali.
Il produrre vestiti o oggetti di arredamento utilizzando materiale in disuso che altrimenti avrebbe un alto impatto sull’ambiente sta diventando una bellissima moda (in tutti i sensi). Ne è un esempio anche il riutilizzo dei vecchi PC di cui abbiamo parlato in passato.
Chissà che un giorno anche svuotare la cantina non si possa trasformare in un’opportunità per rifarsi il guardaroba, in maniera ecologica e sostenibile! |
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