Non tutti hanno seguito il consiglio delle nostre nonne e oggi il problema del consumo di acqua per la produzione di alimenti, bevande e beni di consumo è più vivo che mai. Per questo è nato il “water footprint”, l’impronta idrica, o più semplicemente la quantità di acqua necessaria per la produzione di cibi e prodotti vari.
Tutto è nato grazie a Brad Ridoutt, uno studioso appartenente all’Australia’s Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, che ha calcolato la quantità di acqua normalmente impiegata per la produzione di alcuni alimenti. I suoi risultati sono stati diffusi sulla rivista scientifica Global Environmental Change, destando molte curiosità.
Qualche esempio…
Secondo lo studio, per ottenere un sacchetto di M&M’s occorrono più di 1000 litri di acqua, per un barattolo di sugo pronto, a base di pomodoro, aglio e cipolla, ne servono 200.
“La maggior parte delle persone – ha spiegato l’autore del saggio al sito di Scientific American - non ha idea di quanta acqua sia necessaria a produrre le cose che consuma. La produzione di cibo ed energia, ad esempio, sono responsabili di quasi il 90% del consumo d’acqua nel mondo”.
Tuttavia, bisogna considerare che “ i pomodori sono coltivati in climi caldi e secchi, e l’acqua impiegata per annaffiarli è la stessa che si usa per bere – ha spiegato l’esperto – invece, cacao e noccioline crescono in climi temperati, dove le piante assorbono l’acqua direttamente dal terreno. Ciò vuol dire che il sugo pronto in realtà consuma 10 volte l’acqua degli M&M’s”.
Questa notizia – come prevedibile – ha destato un certo interesse, tanto che anche l’ISO - organizzazione che prepara gli standard di misura mondiali - ha avviato un programma per calcolare il fabbisogno d’acqua con questo sistema.
Nel frattempo, è nata un’applicazione per l’I-Phone - unica nel suo genere e scaricabile dal sito www.waterprint.net - che permette di misurare quanta acqua consumiamo giornalmente, per svolgere le nostre attività, e quanta ne viene utilizzata per produrre le bevande, i cibi e gli abiti di cui si serviamo. Ad esempio, far crescere una banana, lavarci i denti o produrre e lavare una maglietta.
Il software consente di capire l’entità dei nostri consumi d’acqua e offre la possibilità di connettersi direttamente alla Rete, leggere preziosi consigli per ridurre gli sprechi e correggere il nostro stile di vita salvaguardando l’oro blu.
E allora? Non volete mettervi alla prova? |